Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea

I musicisti.
Sigbert Steinfeld e Bogdan Zins

Da sinistra, il baritono Sigbert Steinfeld e il pianista Bogdan Zins.
La foto è stata scattata a Ferramonti in occasione del “concerto d’addio” del 5 aprile 1942, l’ultimo che i due eseguirono insieme.
Foto: Archivio Fondazione CDEC, Fondo Israel Kalk , Album 5
SIGBERT STEINFELD

Sigbert Steinfeld, baritono, di origini romene, era nato a Berlino nel 1909.


Venne in Italia nel 1937, anche per proseguire la sua formazione musicale – a Milano con Vittorino Moratti e Mario Malatesta, a Roma con Bianca Pica Tamajo. Con l’emanazione delle leggi antiebraiche del novembre 1938, avrebbe voluto raggiungere gli Stati Uniti dove già risiedeva il fratello pittore, Peter Takal. Privo del necessario affidavit, rimase invece bloccato in Italia, a Roma. Il 19 giugno 1940 venne arrestato, portato nel carcere di Regina Coeli e, dopo un mese, tradotto a Ferramonti.


Nel campo tenne molti concerti. Si dedicò anche all’educazione musicale di adulti e bambini.
Steinfeld lasciò Ferramonti nel maggio del 1942. Fu trasferito in internamento libero a Picinisco, in provincia di Frosinone, dove rimase fino al gennaio del 1944. Tornato per qualche tempo a Roma, lo ritroviamo nel 1946 a New York dove, di lui, si è persa, finora, ogni traccia.

BOGDAN ZINS

Bogdan Zins fu pianista, compositore e direttore d’orchestra. Era nato in Polonia nel 1921. Al Conservatorio di Vienna aveva studiato Pianoforte con Richard Robert (1861-1924), Composizione con Franz Schmidt (1874-1939), e Direzione d’Orchestra insieme a Herbert von Karajan. Nel frattempo si era anche laureato in Giurisprudenza all’Università di Vienna.


Giunse in Italia dopo aver attraversato Romania e Turchia. Nel 1940 venne internato nel campo di Campagna, in provincia di Salerno, dove, su richiesta del vescovo, aveva suonato in varie occasioni l’organo settecentesco della basilica di Santa Maria della Pace.


Agli inizi di aprile del 1941 fu trasferito a Ferramonti.
A Ferramonti, la mancanza di un pianoforte e dunque l’impossibilità di suonare e praticare i “necessari esercizi” fece sentire Zins “gravemente minacciato riguardo la possibilità in genere d’esercitare nell’avvenire la sua arte prediletta […] il contenuto e lo scopo della sua vita. Lo scrisse nella sua supplica (vana) al ministero dell’Interno affinchè venisse collocato un pianoforte a Ferramonti.

Il pianoforte, a Ferramonti, arrivò nella tarda primavera del 1942.
Bogdan Zins, quasi certamente, non riuscì a suonarlo. Nel giugno del 1942 infatti venne di nuovo trasferito, questa volta a Sondrio, da dove, agli inizi di settembre del 1943, riuscì finalmente a lasciare l’Italia per la Svizzera.

Finita la guerra, Zins dalla Francia emigrò in Brasile dove riprese la sua attività di musicista ed entrò in contatto con alcuni dei maggiori esponenti del panorama musicale del Novecento – Igor Stravinskij, Günther Ramin, Paul Hindemith, Arturo Benedetti Michelangeli, Claudio Abbado.
Zins intrattenne un fitto e pluridecennale rapporto epistolare con il pianista Rudolf Serkin e con il direttore d’orchestra Leonard Bernstein. Tornò in Europa, e si stabilì in Germania, con molta probabilità nel 1981.


Nel 1953 Leonard Bernstein avrebbe definito Zins: “a rabid music lover”.


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