Lav Mirski e i cori di Ferramonti
Nell’ottobre del 1941 “… arrivò a Ferramonti anche un musicista, un Kapellemeister del Teatro dell’Opera di Osijek [Lav Mirski], un uomo semplice e piuttosto silenzioso dai cui tratti emergevano però gli aspetti più straordinari della sua professione, quello culturale e quello spirituale.
Arthur Lehmann (1877-1948), architetto. Internato a Ferramonti dal marzo 1941 al settembre 1943. Rimase nel campo liberato fino al 1944.
Che cosa può fare mai un musicista a Ferramonti? Musica? Senza strumenti?
Non c’erano che poche fisarmoniche nel campo e c’erano uomini.
Perchè allora non suonare con le persone? […] perchè non far suonare proprio le persone?”
LAV MIRSKI
Lav Mirski (1893-1968) era direttore d’orchestra violoncellista e compositore. Nato a Zagabria nel 1893, aveva già alle spalle una brillante carriera quando, sfuggito ai campi di concentramento degli ustascia, raggiunse la zona di occupazione italiana. In quanto ebreo, nell’agosto del 1941 venne arrestato. Rinchiuso nel carcere di Trieste, ad ottobre fu tradotto a Ferramonti. Insieme a Mirski c’erano vari componenti del coro della sinagoga di Belgrado e anche il giovane rabbino di Susak, Otto Deutsch.
Da internato, a Ferramonti, Lav Mirski insegnò musica ai bambini della scuola del campo, ma soprattutto organizzò concerti, prove, servizi musicali – per la sinagoga del campo, come per le liturgie degli internati di religione cattolica e greco-ortodossa.
Mirski aveva “forza sovrumana e genio artistico” capace di risvegliare nelle persone recluse nel campo, “nuova vita”, scrisse Leo Rosenberg in occasione del compleanno del Maestro.
Non è facile di tracciare con poche parole semplici la sua personalità e l’importanza per l’innanzamento dell’anima ebraica e per lo sviluppo di tutta la vita culturale di questo campo di Concentramento […] Il vostro contributo, Maestro Mirski, ognuno lo conosce.
Leo Rosenberg (1890-?). Internato a Ferramonti dal 1940 al 1943.
Mirski rimase a Ferramonti anche dopo la liberazione del campo, avvenuta nel settembre 1943. Si trasferì in seguito a Bari dove diresse alcune orchestre delle forze alleate e nell’estate del 1944 si trasferì in Palestina. Fece ritorno a Osijek nel 1947.
I cori
“…venne formato un piccolo coro maschile che dapprima si sforzò di abbellire le cerimonie ebraiche della sinagoga con alcuni canti liturgici. Più tardi il musicista [Lav Mirski] mise in partitura alcune antiche melodie ebraiche e i cantori si ricopiarono le parti, provarono e riprovarono fino alla prima apparizione in pubblico per la celebrazione del venerdì sera che divenne un appuntamento fisso: i membri della comunità in quelle sere riempivano il tempio fino all’ultimo posto libero.
[…]
Il coro si ingrandì. Agli jugoslavi si aggiunsero i tedeschi, i polacchi, gli ungheresi, divenne presto un insieme con più di 30 persone, e accolse perfino genti di fedi diverse giacchè un coro si ritrovava anche nella piccola chiesa cattolica, per studiare una messa polifonica.
Arthur Lehmann
L’amore e lo zelo erano straordinari, soprattutto questo magnifico musicista [Lav Mirski] seppe trattare con infinita pazienza e dedizione non solo ogni singola voce ma anche gli uomini stessi, risvegliando in loro la gioia di cantare. “
A Ferramonti, i tre cori, di ebrei, greci e latini, erano tutti diretti da Lav Mirski – cantavano ciascuno per le rispettive liturgie, una concessione tollerata dalle autorità del campo.
Samuel Avissar [Rewizorska]. Internato a Ferramonti dal 1940 al 1943.
“Lav Mirski e i diversi membri del coro che deliziavano venerdì sera e sabato mattina i frequentatori della Sinagoga con i loro canti, facevano la stessa cosa alla messa domenicale nella Chiesa cattolica del campo. Il prof. Lav Mirski […] giustificava il suo operato con l’asserzione che pur essendo ebreo militante egli è un artista e che la direzione di un coro in una Chiesa non infirma affatto la sua ebraicità”.