Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea

Il campo di Ferramonti di Tarsia

Cartina: Raffaele Deluca, Tradotti agli estremi confini. Musicisti ebrei internati nell’Italia fascista, Mimesis, Milano 2021.

“Il Duce desidera che si preparino dei campi di concentramento anche per gli ebrei, in caso di guerra”

(Guido Buffarini Guidi ad Arturo Bocchini, 26 maggio 1940)

All’entrata in guerra dell’Italia, nel giugno del 1940, in varie località remote del paese furono istituiti campi di internamento per civili stranieri, per ebrei apolidi e per “ebrei stranieri”, sia “appartenenti a Stati che fanno politica razziale” sia ebrei “sudditi nemici”.

L’internamento per gli “ebrei stranieri” costituì una misura bellica unita alla politica razziale fascista.

Il primo e più grande campo per ebrei stranieri fu appositamente realizzato dal Ministero degli Interni a Ferramonti di Tarsia, un’area paludosa e malarica in provincia di Cosenza.
Esteso su una superficie di 16 ettari, il campo di Ferramonti entrò in funzione il 20 giugno 1940. Tra il 1940 e il 1943 vi furono rinchiusi oltre 3000 ebrei, fra uomini, donne e bambini. Ad essi si aggiunsero successivamente gruppi di jugoslavi, greci ed anche una piccolo gruppo di cinesi.

Il campo funzionò fino al 14 settembre 1943, quando venne liberato dai soldati dell’VIII Armata britannica.
Dopo la liberazione, Ferramonti venne trasformato dalle autorità alleate in campo per displaced persons e rimase in funzione fino al dicembre 1945.

Fonti:
K. Voigt, Il rifugio precario. Gli esuli in Italia dal 1933 al 1945, vol.II, Firenze, La Nuova Italia, 1996
C. S. Capogreco, I campi del Duce. L’internamento civile nell’Italia fascista (1940-1943), 3. ed., Torino, Einaudi, 2019

Vedute dell’esterno del campo e delle baracche di Ferramonti

Veduta delle baracche di Ferramonti
Foto: Archivio Fondazione CDEC, Fondo Israel Kalk, Album 11
Condizioni del campo di Ferramonti
Foto: Archivio Fondazione CDEC, Fondo Israel Kalk, Album 11
“[Kulturhaus] Ferramonti“. Disegno ad inchiostro realizzato dal pittore e scenografo Siegfried Kuttner (1903-1949), internato a Ferramonti da gennaio a settembre 1943, direttore del teatro del campo.
Archivio Fondazione CDEC, Fondo Israel Kalk, b.2, fasc. 16

Modello del campo di Ferramonti [1940 ca.]

Modello del campo di Ferramonti. Sul margine della foto, l’elenco delle funzioni adibite in alcune baracche del campo grazie all’ “Opera Mensa dei Bambini di Milano
Foto: Archivio Fondazione CDEC, Fondo Israel Kalk, Album 6

A Ferramonti “c’erano medici di ogni sorta, molti di loro specializzati nei rami più oscuri della medicina. C’erano letterati, fisici e matematici, chimici, biologi, zoologi, scienziati di ogni disciplina e professori esperti in ogni ambito degli studi accademici, filologi classici, storici, politologi e psicologi”

Albert Alcalay (1917-2008), pittore. Internato a Ferramonti fra il 1941 e il 1942

Interno di una baracca del campo di Ferramonti

Ferramonti, interno di una baracca.
Foto: Archivio Fondazione CDEC, Fondo Israel Kalk, Album 6

Disegno dell’interno di una baracca

Disegno della branda e degli oggetti appartenuti al musicista Kurt Sonnenfeld durante l’internamento a Ferramonti. Il disegno, datato 19 giugno 1943, riporta, in alto a destra, anche il dettaglio del numero della camerata.
L’Autore del disegno non è noto.
Archivio-Biblioteca Conservatorio “G. Verdi” di Milano, Let. XII.42

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